Love me avena: fiocchi Ok Brio
COSA: fiocchi di avena
MARCA: Ok Brio
DOVE: Tuodì
PREZZO: € 1,19 per 500g
GIUDIZIO: 5/5
Fino ad un paio di anni fa il sottoscritto collegava la parola “avena” esclusivamente a Cristina, la cantante rea di avermi distrutto l’adolescenza.
Come tutti i nati negli anni ’70 sono cresciuto con le sigle dei cartoni dei robot scritte da fior fior di musicisti, tipo Vince Tempera e Ares Tavolazzi, con le orchestrazioni di epopee spaziali alla Star Blazers, con Hiroshi che si trasformava in Jeeg, ricevendo i componeti da Miva, e con Haran Banjo che guidava la Match Patrol circondato da patonza. Ho “spacciato” per anni quelle canzoni e ancora conservo gelosamente parecchi 45gg.
Altro che campionamenti e basi registrate: lì sentivi la gente suonare per davvero, la chitarrina di Supercar Gattiger, il basso pulsante di Koseidon, l’assolo di moog di Gakeen, lo splendido plagio del tema di Starstky & Hutch nella sigla di Vultus 5. Per non citare classici quali Atlas Ufo Robot e Mazinga.
Poi sono arrivate Dolce Memole e Rascal il procione (“l’amico mio anche lui nato da un’idea di Dio”) ed è cominciata un’inesorabile deriva. Salvo solo il telefilm di Love Me Licia, autentico capolavoro del trash in grado di mettere d’accordo i fan della Troma e quelli der Monnezza. Lì c’era dell’inconsapevole qualità e Cristina nei panni della protagonista faceva faville.
Ho rivalutato l’avena quando, grazie al nutrizionista che mi ha aiutato a mettere i puntini sulle i di alimentazione, i cerali sono diventati fondamentali nella mia dieta. A giocare un ruolo inaspettatamente determinante è stato Jamie Oliver, celebre cuoco televisivo inglese, impegnato nel riformare la cucina scolastica britannica e statunitense e nel rimediare figure proprio proprio demmerda su e giù per lo stivale. Personalmente Oliver mi sta molto simpatico con quella faccia paciarotta da bravo ragazzo e l’immancabile camicia di flanella, così ho comprato uno dei suoi libri e tra le altre ho seguito due ricette in cui i fiocchi d’avena la fanno da padrone: innanzitutto la cheesecake, squisita torta al formaggio di cui mi sono autoproclamato sommelier (e presto dimostrerò al mondo intiero di non essere un quaraquaqua), quindi il porridge, pastone tipico per la colazione all’inglese.
Nel primo caso Jamiuccio nostro mette i fiocchi insieme a burro e digestive per fare il fondo e il risultato è clamoroso, al punto da farlo quasi diventare una leccornia a sé stante.
Nel secondo l’avena è l’elemento basilare, visto che il porridge è in sostanza costituito da una tazzona di latte, o soia, o acqua, con abbondate dose di fiocchi più frutta, spezie e quant’ altro per una very very very powerful breakfast.
Però? Però al discount i fiocchi d’avena non c’erano e quelli della coop o del bio costano parecchio, generalmente più di due euro a confezione. Per mesi li ho cercati in tutti i discount della zona, ma niente, si trovavano solo nel muesli, mai per conto proprio.
Finché un bel giorno, quando ormai avevo perso la speranza e nemmeno prestavo attenzione alla cosa, sono andato al Tuodì a rifornirmi di farro soffiato ed eccoli, nello scaffale dei miei sogni, i fiocchi di avena!
Ho provato subito sia porridge che cheesecake e devo dire che di differenze con quelli di marca non ne ho notate, il che, considerando che i fiocchi di avena Ok Brio costano la metà, non è affatto male!
Comunque una cosa non l’ho capita: com’ è possibile che la pettinatura fichissima di Mirko non abbia preso piede?