Di quella volta in cui D’alema regalò un After Eight
a De Mita che lo trasformò in un gelato
per i Sette Grandi.
Nome: G7
Dove: LD
Costo: meno di quanto pensi. (ho perso lo scontrino….ammò)
Voto: 5/5
Si può recensire un gelato parlando di cioccolatini inglesi e di Ciriaco De Mita? Sì, decisamente.
…è sì, possibile, che nella sua vita Ciriaco De Mita abbia mai mangiato un After Eight, no? Ecco. Cristallizzate questa immagine. Io me la figuro così:
Correva l’anno 1980. Il Tiggì comunica ad un Italia che c’è stato il terremoto in Irpinia. Circa 280.000 sfollati, 8.848 feriti e 2.914 morti. Mia madre, di origine lucana, legge la notizia al bar insieme ad una collega varesina che, prima ancora della nascita della Lega Nord, dice: «Beh, qualche terrone in meno» (sad, but true…), ma per fortuna il mondo non è Varese e Varese non è il mondo. Tante e diverse nazioni si mobilitano. L’Iraq dona 3 milioni di dollari per la ricostruzione. Gli Stati Uniti, invece, ne danno 70 più un centinaio di soldati (che quelli non gli mancano mai). Le Germania dell’Ovest (sì, Berlino era ancora divisa dal muro) sgancia 32 milioni di dollari, un ospedale da campo con 90 sanitari, 650 uomini e 3 elicotteri del 240º Battaglione Genio pionieri, un gruppo di esperti della Croce Rossa, 47 volontari-elettricisti, un gruppo di salvataggio, un gruppo depurazione e 16 cani da salvataggio con guida. La Jugoslavia (unita e in lutto, a sei mesi dalla morte di Tito) invia 12 squadre di ricercatori con elettrosonda.
Per una questione od un’altra, arrivano nelle casse del Banco Popolare dell’Irpinia oltre 60.000 miliardi di lire. La famiglia di Ciriaco De Mita (originaria dell’Irpinia) è dentro la Banca ed è azionista.
Otto anni più tardi un Massimo D’Alema comunista, direttore dell’Unità, scrive in prima pagina: «De Mita si è arricchito con il terremoto». De Mita lo querela. D’Alema dice che per un errore tipografico si è dimenticato di mettere il punto di domanda* . Nel 2008 confluiscono entrambi nel Partito Democratico ricordando la questione come una piccola scaramuccia dettata da un fraintendimento.
*sapevate che si possono dire le peggio cose a chiunque, senza rischiare una denunzia e/o querela, semplicemente terminando la frase con un bel punto di domanda?
Ecco… in quel momento preciso, in quell’istante in cui D’Alema e Ciriaco De Mita hanno fatto la pace, recriminando un povero tipografo per l’assenza di un punto di domanda, secondo me il secondo (De Mita) si stava mangiando un After Eight, storico cioccolatino col ripieno alla menta, regalatogli dal primo (D’Alema) e gli è venuta un’idea…Abbiamo fatto 30, facciamo 31. Facciamola all’italiana! E così ha deciso di investire parte dei fondi ottenuti grazie alla generosità della grandi (e non) nazioni industrializzate del mondo, nel gelato G7 al ciccolato fondente e menta.
Doveva essere una cosa di lusso ai tempi. Mi immagino il summit del G7 di quell’anno… era Giugno e Parigi era calda e bellissima. Ciriaco portò in dono agli altri 6 GRANDI, una coppetta di gelato alla menta e cioccolato fondente. Bei tempi, quelli. Così belli che abbiamo deciso di non crescere più. La nosta economica, la nostra presunta civiltà, la cultura, il progresso, la televisione… TUTTO, si è fermato a quegli anni. Tutto, tranne la Democrazia Cristiana che ha cambiato nome o come gli After Eight, che sono diventati un gelato.
Buono, fresco, senza glutine – se non erro – con il cioccolato fondete che scrocchia sotto i denti (attenzione a chi ha i denti sensibili!!!) e quell’eleganza molto british. Da prodotto di lusso inventato da Ciriaco De Mita a chicca alla portata di tutti, come cocaina tagliata con i lassativi per bambini, reperibile persino al discount. Quale? All’LD, mi sembra. Prodotto dalla G7 gelati che nulla hanno a che fare coi 7 BIG mondiali, la ditta ha un sito bello e dinamico, su cui scopriamo che produce pure i gelati a marchio COOP, Sigma e Despar e, addirittura, Wallmart e Carrefour all’estero. Eh, sì… in quel lontano 1989 il dono di Ciriaco De Mita (fu regalo di un contrito D’Alema) deve aver lasciato un segno nel cuoricino dei capi di Stato di Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti e Canada.
Consigliato per chi ha nostalgia dei tempi che furono. Ah, ricordi il muro che cadeva… la fine dell’Unione Sovietica. Il testamento di Tito.