Cuori infranti, fisici cagionevoli e incomunicabilità.
Cosa: pop corn caramellati
Nome: McEnnedy
Dove: Lidl
Costo: 1,99 per 300 grammi (ed una bel secchio che dà un tono all’ambiente).
Giudizio: 3,5 / 5
Mi ci è voluta una tracheite ed una brutta influenza per mettermi qui, comoda comoda, a raccontarvi una storia.
La storia di una giovane donna che non si ammalava mai e che non vedeva un medico dal 1998 e che, ai tempi, lo consultò soltanto perché voleva farsi prescrivere la pillola. Quella medesima giovane donna che in giovinezza, per fare la cresta sui soldi delle lenti a contatto, ha vagato per buona parte dell’adolescenza con una lente per volta.
La medesima persona che non lava mai le verdure prima di mangiarle. Tiene il cellulare di notte acceso attaccato alla testa (altrimenti non sento la sveglia!), beve l’acqua del rubinetto nei peggio squat, beve a canna anche dalle bottiglie offerte dai peggio cani del mondo e non prende antidolorifici per questioni etiche. Che ha provato assorbenti interni del discount e si è immersa in una vasca piena di una sostanza chimica rosa shocking che odorava di ciliegia.
Il punto è che se il nostro corpo comunica con noi in un’infinità di modi. Se ci rifiutiamo di ascoltarlo lo fa facendoci del male, facendosi del male. Cioè si comporta come qualsiasi individuo coinvolto in una storia d’amore complessa. Quel misto tra sadismo e masochismo che si succedono come scoppi di pop corn nel microonde. Una storia d’amore che fa male. Perché magari l’amore non c’è più e non si riesce più a comunicare o perché non si può proprio farlo, come in quei casi in cui si ama la persona sbagliata e si soffre come cani.
Il senso di tutto è che in questo momento io e il mio corpo siamo un po’ in crisi. Non c’è dialogo. Non c’è più la passione di una volta. Non sappiamo più come sorprenderci. Ci conosciamo troppo, ecco. Avremmo forse bisogno di frequentare altra gente. Lui è infelice e me lo ha dimostrato facendomi ammalare. Io ho ignorato i segnali d’allarme che mi ha lanciato e adesso il dado è tratto. Devo farmi perdonare in qualche modo.
Maggio è il mese internazionale della masturbazione. Ma non credo che al discount si possa trovare un’alternativa low-cost ai sex toys, anche se all’Hao-Mai – la mega catena cinese di negozi che vendono tutto – vendono gel, anelli vibranti e gadget vari della Durex. Proprio lì, alla cassa. Così quando sei in coda e nel carrello hai uno scolapasta, delle unghie finte, una maglietta con su scritto “Rape the world” (giuro, l’ho vista…), un lettore mp3 dai 3 euro, degli incensi e delle brutte tazzine per la colazione… non si sa mai che ti venga voglia di prendere un gel lubrificate per “massaggi” e dare una svolta alla serata.
No, al discount non c’è nulla di “ufficiale” per onorare il mese della masturbazione ma c’è un secchio gigante da 300 grammi di pop corn caramellati. Che a solo vederlo ti si riempie il cuore di gioia. Fossero salati sarebbe stato meglio, lo ammetto. Fossero stati salati me li sarei fatta fuori da sola in una serata di quelle giuste. Ma dolci, cazzo, no. I pop corn caramellati mi suonano proprio male.
Griffati McEnnedy, di cui abbiamo già parlato in passato, il secchio di pop corn caramellati può essere consumato solo durante delle occasioni mondane, onde evitare botte di glicemia che potrebbero incasinarci le capacità motorie (vedi alla voce “ictus”) o il cuore (vedi alla voce “infarto”). E il cerchio si chiude. Si parla di cuore infranto. Si parlava di influenza. Urge ordunque parlare della sensazione orgiastica che si ha nel momento in cui si servono dei pop corn in una grossa scodella (o secchio), durante un aperitivo, un rendez-vous o pic nic improvvisato. Tutti, ma proprio tutti, ci fiondano e ci affondano dentro le mani contribuendo alla creazione di un brodo primordiale e allo scambio promiscuo di batteri. Magma virale che ci fortifica e ci rende invincibili. Evviva i secchi di pop corn, dunque. Evviva la scarsità di igiene.
E se il tuo corpo non ti sta dietro e fa la lagna?
Minaccialo con una bottiglia di Luxardo – Aperitivo poco alcolico.