Del Black Friday, ovvero Black (Bloc) Friday / Black Friday Matters / Black Friday ist krieg

Perché il Black Friday si chiama Black Friday?

Pare che l’origine dell’espressione Black Friday abbia una storia abbastanza schifosetta indipendentemente dalla versione a cui si voglia credere.

Dicono che abbia a che fare col giorno in cui venivano svenduti gli schiavi afro-americani.

Coincidenza o subdolo lavaggio del cervello?

Dicono, altrimenti, che abbia a che fare col primo giorno in cui, grazie a dei generosissimi sconti frutto dell’ideona di un astuto imprenditore, i registri contabili cominciarono ad avere dei segni in nero (entrate) anziché del rosso (debiti) che li aveva caratterizzati dopo la bolla finanziaria di un determinato anno e che aveva a che fare con la svalutazione dell’oro. Ma mi sembra un po’ tiratina per i capelli. Troppo ricca di dettagli come ogni bugia che si rispetti. Un bell’arrampicarsi sulle vetrine dei centri commerciali, come zombie del secondo Romero, per nascondere la storia dei negrieri. E il fatto che si parli di nero e di rosso non è affatto un caso, fidatevi, e mo’ vi spiego perché.

Sì, perché c’è la terza versione che spiega il vero significato dell’espressione “Black Friday”, che mi sto inventando più o meno adesso, e che scriverò per tre volte di fila per quella teoria secondo cui se dici per tre volte una bugia essa stessa diventa realtà. La vera storia del Black Friday ha a che fare con l’anarchia. Ma non ha nulla a che fare con gli anarchici. Ha più a che fare con qualcuno che voleva scimmiottare l’anarchia, così come si usa dipingersi la faccia di nero e sostituire la “P” con la “B” e la “T” con la “D” e dire “Sì, Badrone” per imitare i neri e che mi dicono che si chiami blackface painting.  Da non confondere col corpse paintingO come fabbricare molotov per giustificare un massacro, che mi dicono si chiami “avanzamento di carriera all’interno delle Forze Armate”.

Il Corpse Painting è ok, Ewiva il Corpse Painting!

Facciamo un passo indietro per fare un ripassino su quelle che per me (e i nerovestiti come me) sono delle ovvietà.

Caos non è anarchia. Anarchia non è caos. Perché anarchia non è assenza di regole, ma assenza di un’autorità (dio, stato, gerarchie, gang, faide, forza, furbizia, pelo sullo stomaco, opportunismo, egoismo, vigliaccheria, ruffianeria) che ti dica o indichi cosa è giusto o sbagliato. Lo so, pare un’ovvietà, ma è bene specificarlo perché io ho appena sentito parlare del Black Friday (e delle scene della gente che si scanna per un TV grande come una scrivania) dicendo “Era il caos! L’anarchia! Che delirio”.

Ecco… ascolta, figliolo, se tu vedi la gente che si scanna fuori da un centro commerciale per prendersi un paio di scarpe prodotto in qualche posto di merda da gente sfruttata, vendute con un rincaro del 700%, in promo assoluta e incredibile e wow solo per oggi che manco Poltrone&Sofa con la loro retorica petulante del “oh, fallo adesso perché poi te ne penti” ma perpetrata all’infinto in loop autoimmune che cancella le proprie tracce e dimentica la grande saggezza della favole di quel tizio che urlava “ALLUPO! ALLUPO!” a cazzo, perdendo credibilità e smenandoci in massa grassa e ossea, sgranocchiata e digerita da quello stesso lupo che prima non c’era, ma poi è comparso come in una profezia auto-avverante di Cassandriana memoria, e  pensi “Oh, mio santissimo dio! Siamo all’anarchia!” vuol dire che davvero, qua, dobbiamo raccontarti l’ABC e che quelli lì, quelli che vogliono che ci sia un dio, uno stato e una gerarchia a dirti cosa è giusto e cosa è sbagliato, hanno fatto un ottimo lavoro. Chapeau, dio cane! Anarchia è quella cosa per cui sono solo io e la mia comunità di appartenenza a godere o soffrire per via delle conseguenze delle mie azioni. Ed è un gran casino, questo sì, ma non è il caos. Direi che è più come vivere in uno stato permanente di assemblea condominiale. Senza amministratore. E con la minaccia perenne che il morbo dell’autoritarismo faccia il salto della specie e si adatti e si riproduca anche all’interno di certi spazi e nuclei tribali.

E allora perché il Black Friday si chiama Black Friday?

Ma se tu vedi il caos del capitalismo nella sua più folle ed estrema manifestazione del Black Friday, e pensi di essere di fronte all’anarchia, sei stolto come uno che trova ANCORA divertenti i comici che si vestono da donna per far ridere. Oppure… Oppure, figliolo, qui c’è di mezzo la magia nera. E allora sì che quel BLACK di Black Friday che si camuffa da caos e che porta il nome dei Black Bloc, del Black Metal e del movimento Black Live Matters ti fa pensare che quel caos, sia il medesimo nero caos della gente incazzata nera e che è lontano, lontanissimo, dai neon e i pixel sbrilluccicosi del capitalismo. E quindi basta chiamarlo Black Friday… perché “black” è una parola nostra. E la rivendichiamo. E voi quella parola non la dovete toccare, ok? Evviva i Naragaroth.

E allora perché il Black Friday si chiama Black Friday?

Ma se tu vedi il caos del capitalismo nella sua più folle ed estrema manifestazione del Black Friday, e pensi di essere di fronte all’anarchia, sei stolto come uno che trova ANCORA divertenti i comici che si vestono da donna per far ridere. Oppure… Oppure, figliolo, qui c’è di mezzo la magia nera. E allora sì che quel BLACK di Black Friday che si camuffa da caos e che porta il nome dei Black Bloc, del Black Metal e del movimento Black Live Matters ti fa pensare che quel caos, sia il medesimo nero caos della gente incazzata nera e che è lontano, lontanissimo, dai neon e i pixel sbrilluccicosi del capitalismo. E quindi basta chiamarlo Black Friday… perché “black” è una parola nostra. E la rivendichiamo. E voi quella parola non la dovete toccare, ok? Evviva i Rolling Stones.

Pare che Netflix abbia cancellato i Rolling Stone perché il blackface painting è una cosa brutta

E allora perché il Black Friday si chiama Black Friday?

Ma se tu vedi il caos del capitalismo nella sua più folle ed estrema manifestazione del Black Friday, e pensi di essere di fronte all’anarchia, sei stolto come uno che trova ANCORA divertenti i comici che si vestono da donna per far ridere. Oppure… Oppure, figliolo, qui c’è di mezzo la magia nera. E allora sì che quel BLACK di Black Friday che si camuffa da caos e che porta il nome dei Black Bloc, del Black Metal e del movimento Black Live Matters ti fa pensare che quel caos, sia il medesimo nero caos della gente incazzata nera e che è lontano, lontanissimo, dai neon e i pixel sbrilluccicosi del capitalismo. E quindi basta chiamarlo Black Friday… perché “black” è una parola nostra. E la rivendichiamo. E voi quella parola non la dovete toccare, ok? Evviva i Black Sabbath.

 

L’ho scritto per tre volte e quindi adesso è vero. Come insegna la magia nera, d’altronde.

Lo chiamano Black Friday per far credere che sia roba nostra quella bruttura.

E no, porca merda, non lo è. Quel caos, quella miseria umana, è tutta roba loro.

by on 25 Novembre 2020
Valeria nasce un lunedì di pioggia del novembre del 1982 a Varese. Diventa "Valeria Disagio" sull'orlo estremo tra l'adolescenza e l'età adulta. Ha esordito giovanissima con il romanzo "Casseur: la lotta, l'ebbrezza e la Città Giardino". Poi ha perso parecchio tempo nella precarietà del lavoro e nell'inquietudine politica. Ha scritto molti racconti, pamphlet e poesie. Nel 2019 sono usciti i due romanzi "I mortificatori" per Agenzia X e "Brucia le vecchia" edito da Bookabook. Ha gestito un blog - da cui è nato il libro "Discount or die" edito dalla Nottetempo - ha curato fanzine, cantato e sbraitato. Ha intenzione di continuare a fare tutto questo.

About Valeria Disagio

Valeria nasce un lunedì di pioggia del novembre del 1982 a Varese. Diventa "Valeria Disagio" sull'orlo estremo tra l'adolescenza e l'età adulta. Ha esordito giovanissima con il romanzo "Casseur: la lotta, l'ebbrezza e la Città Giardino". Poi ha perso parecchio tempo nella precarietà del lavoro e nell'inquietudine politica. Ha scritto molti racconti, pamphlet e poesie. Nel 2019 sono usciti i due romanzi "I mortificatori" per Agenzia X e "Brucia le vecchia" edito da Bookabook. Ha gestito un blog - da cui è nato il libro "Discount or die" edito dalla Nottetempo - ha curato fanzine, cantato e sbraitato. Ha intenzione di continuare a fare tutto questo.

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