“Cercare lavoro è un lavoro”, l’ho sentito dire miliardi di volte e dopo due mesi passati a scrollare pagine e pagine sui motori di ricerca di offerte, posso dire che è effettivamente è così. Ed è anche un lavoro di quelli logoranti, non come i minatori e le pornostar ma quasi, perché di solito si accompagna ad un antipatico senso di frustrazione che rimane lì, costante, tipo reflusso gastrico.
Quindi, per questo ed altri motivi, quella che state leggendo è una recensione Amarcord, che parla di quanto era bello essere bambini, quando davanti a una proposta di stage non retribuito di dieci ore al giorno avreste potuto mettervi a piangere e urlare “cattivo, butto e cattivo!” senza rischiare di venire trasportati in un centro di recupero psichiatrico, costretti a prendere pilloline colorate e a partecipare a sedute di paperoterapia (che, giuro, esiste).
Data questa premessa, prima di addentrarmi nella recensione vera e propria, mi sembra doveroso elencare tutto ciò che mi rendeva una bambina gioiosa e felice quando ero una bambina gioiosa e felice:
- i cartoni animati con personaggi femminili fighi (secondo i miei parametri), tipo Lady Oscar, Jem e le Hologram, Mila e Shiro;
- l’“indiano”, gioco meraviglioso inventato da noi marmocchi dei giardini di cui ho dimenticato buona parte delle complicatissime regole, ma che includeva un frisbee, bambini che correvano ad cazzum e una certa quantità di sabbia;
- gli spumoni dell’oratorio (ora distribuiti dall’Eurospin grazie ad un accordo con don Bosco, qui trovate la recensione);
- organizzare competitivissime partite di pallavolo-con-palloncino, basket e calcio in corridoio con mio fratello, rischiando tutte le volte di buttare giù qualche quadro;
- aiutare madre a preparare la torta e mangiare l’impasto crudo rimasto sul cucchiaio
Le cose che invece minavano il mio essere una bambina gioiosa e felice erano:
- i cartoni animati con personaggi femminili lagnosi (secondo i miei parametri), tipo Candy Candy, Anna dai capelli rossi e Heidi (che non era lagnosa, ma aveva tutti i motivi per esserlo);
- giocare a Lupo mangia frutta (sceglievo sempre frutti assurdi tipo il lychis o la pescanoce per evitare di dover correre. Essere pigri favorisce la creatività);
- l’oratorio, anche se andarci era l’unico modo per arrivare agli spumoni ai tempi (bambini delle nuove generazioni, ricordate che oggi avete un’alternativa, l’Eurospin!);
- organizzare competitivissime partite a Hotel (chiunque sia nato negli anni ’80 se lo DEVE ricordare) in cui finivo sempre sull’orlo del fallimento dato che mio fratello si comprava tutti gli alberghi fighi, perché erano da maschio, e a me lasciava quelli da pezzente, perché erano da femmina (dopo qualche tempo ho scoperto che con i fratelli si divide il dna ma non sempre la visione del mondo);
- aiutare madre a preparare la tavola perché sui cucchiai non c’era nessun rimasuglio di impasto crudo da poter mangiare.
Ma quello che più di tutto odiavo (e odio tutt’ora) sono le caramelle alla violetta. Non mi capacito della loro esistenza, le trovo ripugnanti e ingiustificate come un neomelodico ad un raduno rock, o un neomelodico e basta. Non sono mai, mai riuscita a trovarle non dico buone, ma almeno passabili. È che non sanno di qualcosa di commestibile, ecco… come disse una volta una mia amica “sanno di profumo”, e a me l’idea di mangiarmi un profumo cristallizzato fa schifo. Tuttavia, non è sulle caramelle alla violetta che voglio soffermarmi, ma sulla TISANA BON RELAX della Lester House, che dopo più di dieci anni ha riportato alle mie papille gustative la stessa aberrante sensazione. Sì, anche lei “sa di profumo”. Acquistata per concedermi momenti di meritato relax tra un “iscrizione avvenuta con successo” e un “ci dispiace ma il suo profilo non è in linea con la nostra ricerca”, l’unico effetto che ha avuto è stato di rievocare i momenti bui della mia infanzia, quando la scoperta dell’esistenza di una caramella schifosa, ora me ne rendo conto, è stato il momento in cui il mio muro di certezze circa l’esistenza di un mondo buono e accogliente ha iniziato a scricchiolare.
Ciononostante, si mormora che esistano strani individui a cui le caramelle alla violetta piacciono. Strani individui infiltrati tra noi che ne vanno matti. Sembra assurdo ma è così. Quindi, voi che andate matti per le caramelle alla violetta, continuate pure a mangiarle e a divulgare il vostro insano credo, e fatevi anche un bel thermos di TISANA BON RELAX della Lester House, ne sarete entusiasti, ma non date niente di tutto ciò ai vostri bambini, vi prego: potrebbero pensarla come me e iniziare a porsi domande sul senso della vita troppo presto, passare un’adolescenza ancora più confusa della norma, iscriversi a scienze della comunicazione e ritrovarsi a dover rispondere a proposte di stage non retribuiti di 10 ore al giorno. Senza nemmeno poter fare una pernacchia al capo.
Cosa: Tisana Bon Relax Lester House
Dove: Eurospin
Prezzo: ho buttato lo scontrino in preda all’ira
Voto: 1/5 e richiesta di risarcimento per danno emotivo