Tre patatine e l’identità di genere.

Le patatine della Lidl.

Le donne che vengono da RealTime

e gli uomini da Dmax.

M’immagino un uomo ed una donna – una coppia – che vivono, pensano e mangiano secondo il prototipo di uomo e donna di DMAX e REALTIME.

Dmax e RealTime sono due canali del digitale terrestre generati e non creati dall’intellighenzia del gruppo Discovery Communications.

Il primo ha un target maschile e il secondo femminile.

Ma come sono gli uomini e le donne secondo Dmax e RealTime?

L’uomo Dmax si sveglia e sa che se vuole sopravvivere deve fare cose schifose. Mangerà larve, berrà la propria urina e ucciderà un’iguana ed una vedova nera per nutrirsene. Andrà a lavoro e spalerà merda e riempirà degli zoccoli bovini delle budella tritate delle stessa bestia, per darli in pasto ai cani.

Salirà su una macchina che si è fatto customizzare da CiccioBello coi trasferelli sul collo che, in realtà è un nano di 57 anni che licenzia tutti quelli che non ci stanno a lavorare almeno 18 ore al giorno. La sua pausa pranzo consisterà in un contanier di hamburger e patatine fritte comprato in un fast food oppure dei succulenti peni di orsetti lavatori alla piastra, spiedini di scarafaggi o stufato di guinea pigs.

L’uomo Dmax, ogni volta che prende qualcosa in mano – che sia un’arma, un albero di natale o una tazza, si chiede come è fatto e lo destruttura mentalmente, risalendo al processo industriale che ha generato l’oggetto in questione. Una volta appurata la sua genesi cercherà uno studio tatuaggi per farselo tatuare.

La donna Real Time si sveglia e sa che, se è ancora nubile e vive in una topaia, è perché è grassa e mal vestita. Passerà la sua giornata dunque a guardare quelle più grasse di lei e a provare pena per loro. Vorrebbe tanto avere un amico gay e sposare un cuoco tanto simpatico e pasticcione. Immaturo quanto basta che, però, sarebbe un padre meraviglioso. La donna RealTime non lavora e quando passa davanti ad una vetrina di un negozio di abiti da sposa, sospira sognante. Quando invece passa davanti ad una pasticceria, si morde il labbro e cerca di non sentire i morsi della fame. Eppure cederà, entrerà e si abbufferà di orribili torte dai colori innaturali e per nulla invitanti per poi pentirsene e vomitare. Si sentirà in colpa per aver vomitato e sublimerà il tutto comprando oggetti inutili che le servono per fare lavoretti osceni tipo una lampada con i fondi di bottiglia di plastica o con i tappi di sughero usati (che però avrà comprato, spendendo di più di quello che avrebbe speso comparndosi un lampadario fatto e finito). La lampada fai da te, farà schifo e lei la butterà in un angolo insieme a tutti quei vestiti che ha comprato immaginandosi situazioni galanti che non si presenteranno mai. O quei vestiti, di qualche taglia in meno, che ha comprato come incentivo a perdere quei chili di troppo, che non perderà mai. Ammasserà così tanta roba che, per muoversi da una stanza all’altra, dovrà scavare dei cunicoli.

L’uomo Dmax e la donna RealTime si amano, ma quando vanno a  fare la spesa comprano robe diverse. Immagino l’uomo e la donna che, davanti allo scaffale degli snacks, scelgono senza esitazioni le patatine nel sacchetto che più li rappresentano.  L’uomo sceglierà degli anelli alla cipolla della Crusti Croc. La donna, invece, delle delicate patatine all’aceto balsamico, cotte a mano (???), della Hatherwood.

Le prime, come la schiacciante maggioranza dei prodotti Crusti Croc, non ha nulla da invidiare ai prodotti di marca. Anche perché, se non erro, non mi sembra quei fighetti della SanCarlo e compagnia bella abbiano mai avuto il coraggio e l’arroganza di fare anelli alla cipolla fritti in olio di semi di girasole. Beh, l’uomo Dmax acquisterà per meno di un euro (circa 99 cent) un pacchetto di Onion Rings della Crusti Croc e si sentirà macho, coraggioso, virile e anche un po’ schifoso come è giusto che un uomo sia.

La donna RealTime si gusterà senza troppi sensi di colpa – il giusto, ecco – la sua busta di patatine all’aceto balsamico, godendo del maggiore spessore delle stesse e di quella punta di acido che sferza la superficie della lingua, nel momento in cui le si accoglie in bocca. E quella scritta, “cotte a mano”, la farà sentire meno grassa e schifosa perché vuol dire che sono state fatte col cuore e mica da una macchina. Cibo industriale=merda=grasso=cellullite=dita inficcate in gola. “Cotte a mano” invece, fa pensare ai lavoretti di Paint Your Life e alla sensualità coccolosa di Alessandro Borghese. E poi l’aceto, si sa, brucia i grassi e quello balsamico è persino chic.

Insomma, l’uomo e la donna (Dmax e RealTime) acquisteranno sereni le loro patatine senza mettere in dubbio la loro identità di genere. Lui guiderà aggressivo il suo carello tra le corsie della Lidl e lei si farà distrarre da tutto ciò che è rosa e integrale. Fino a quando….  FINO A QUANDO…. Non si troveranno davanti alla sezione Deluxe e i loro sguardi finiranno congiunti verso questo.

Un pacchetto di patatine Deluxe al brie e al ribes. Le sinapsi di entrambi saranno come impazzite. …come vedere un gatto che canta o un cane che stira. Un quadro di Escher. Un rompicapo, un ibrido, Berlusconi struccato. La confusione. Il delirio. L’incapacità di comprendere e far rientrare nel loro archivio mentale, a compartimenti stagni, l’oggetto in questione.

L’elegante logo nero, coi suoi corsivi fluenti farà indietreggiare l’uomo Dmax, facendo però tendere – timidamente – la mano della donna RealTime. La presenza del brie e del ribes le farebbe, addirittura, aprire le dita pronte ad afferrare il pacchetto se non fosse che brie e ribes stanno insieme. Mannaggia. Fossero patatine al brie o patatine al ribes, lei le avrebbe già fiondate nel carello, ma invece no, diamine, brie e ribes sono INSIEME. Per la stessa ragione, l’uomo Dmax si sente attratto da quall’accopiamento malassortito, ma è frenato dalla -passatemi il termine- “frociaggine” del ribes e del brie (tutto ciò che è scritto in francese è da froci. Dice l’uomo Dmax).

L’uomo Dmax e la donna RealTime non sanno cosa fare.

La donna pensa che se sarà lei a prendere quelle patatine, lui potrebbe pensare che lei è una schifosa.

L’uomo pensa che se sarà lui a prendere quelle patatine, lei potrebbe pensare che lui è gay.

Entrambi si sentono attratti e respinti dalle patatine Deluxe al brie e al ribes. La situazione è in stallo. Il sole, dietro di loro, si appresta a nascondersi dietro l’orizzonte, lasciandoli al freddo e al buio della destrutturazione dell’identità di genere.

Sono uomo? Sono donna? Le patatine sono dolci al primo contatto con le papille gustative, ma perdono la dolcezza al primo morso. E il brie? C’è… ma è difficile da individuare nello spettro dei sapori e dei differenti stimoli olfattivi.

L’uomo e la donna, guardandosi negli occhi, compreranno le patatine Deluxe al brie e al ribes e, una volta alla cassa, s’interrogheranno su chi deve pagare e chi insacchettare. Chi deve guidare il carello. Chi caricare la macchina. Chi guidare l’auto verso casa. E poi, una volta a casa, non sapranno chi deve sparecchiare e chi interessarsi a livello d’olio dell’automobile. E allora tutto sarà diverso e lei capirà che forse, non gliene frega un emerito cazzo di sposarsi con un abito bianco da meringa e lui, invece, capirà che il farro non è un nemico.

Confusi. Innamorati. L’uomo e la donna smetteranno di vedere Dmax e RealTime e guarderanno solo RaiNews24. Evviva la parità dei generi. No al sessismo.

 

by on 1 Gennaio 2013
Valeria nasce un lunedì di pioggia del novembre del 1982 a Varese. Diventa "Valeria Disagio" sull'orlo estremo tra l'adolescenza e l'età adulta. Ha esordito giovanissima con il romanzo "Casseur: la lotta, l'ebbrezza e la Città Giardino". Poi ha perso parecchio tempo nella precarietà del lavoro e nell'inquietudine politica. Ha scritto molti racconti, pamphlet e poesie. Nel 2019 sono usciti i due romanzi "I mortificatori" per Agenzia X e "Brucia le vecchia" edito da Bookabook. Ha gestito un blog - da cui è nato il libro "Discount or die" edito dalla Nottetempo - ha curato fanzine, cantato e sbraitato. Ha intenzione di continuare a fare tutto questo.

About Valeria Disagio

Valeria nasce un lunedì di pioggia del novembre del 1982 a Varese. Diventa "Valeria Disagio" sull'orlo estremo tra l'adolescenza e l'età adulta. Ha esordito giovanissima con il romanzo "Casseur: la lotta, l'ebbrezza e la Città Giardino". Poi ha perso parecchio tempo nella precarietà del lavoro e nell'inquietudine politica. Ha scritto molti racconti, pamphlet e poesie. Nel 2019 sono usciti i due romanzi "I mortificatori" per Agenzia X e "Brucia le vecchia" edito da Bookabook. Ha gestito un blog - da cui è nato il libro "Discount or die" edito dalla Nottetempo - ha curato fanzine, cantato e sbraitato. Ha intenzione di continuare a fare tutto questo.

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