SPECIALE NACHOS.
In cui si parla di eroi e di triangolini salati.
Succede che dopo il mio “esordio” canoro, qualcuno dal Messico vedendo delle foto, abbia detto che ricordo Lady Apache… una luchadora con le braccia larghe come il busto di un labrador e i capelli giallo tortilla. Ecco allora che dedico questa recensione ai nachos e ai fratelli messicani.
Cominciamo dal fare un po’ di ordine. I nachos sono la stessa roba delle tortillas, ma tagliati a triangolini e fritti. Si ottengono con farina di mais, acqua e sale. Trattasi di ingredienti poco costosi ed umili – non molto lontani da ciò che richiede la nostrana et umilissima polenta – non si spiega dunque il costo eccessivo di questi maledetti triangoli salati rinchiusi in un sacchetto. Si paga il prezzo dell’esotismo, credo. E questo è quanto.
Prendiamo per esempio il fatto di essere stata paragonata a Lady Apache… “ed è un po’ come se un italiano dicesse ad uno che assomiglia ad un calciatore. Fidati. Trattasi di un complimento” si sono sforzati di dirmi. “Lì, in Messico, i luchadores sono degli eroi!”.
Ok, va bene… su questa cosa posso scendere a patti e non sentir minacciata la mia femminilità da tale accostamento. Mi spingo oltre nel ragionamento e lo porto all’estremo: un giapponese, davanti ad un uomo o ad una donna sovrappeso, se dovesse dire “ricordi un lottatore di sumo”, sta facendo un complimento o sta insultando? Ricordiamoci che il sumo è sacro in Giappone! E i lottatori di sumo vengono considerati dei fichi apocalittici ed intoccabili. Negli Stati Uniti per esempio, sono parecchio in fissa col concetto di “eroe”. Basta che indossi una divisa e ti sbucci un ginocchio in Iraq per diventare un eroe. Ma d’altronde loro hanno i SUPER eroi, che sono di una famiglia superiore. Come si dice… quella parola, quel riconoscimento, “super”, abbassa l’asticella del concetto di eroismo. Ci sono eroi che sono super e eroi che lo sono un po’ meno e poi ci sono pure i mini-eroi. Ce n’è per tutti, insomma.
Si parla dunque di canoni estetici, di percezione di figaggine e di eroi. E guarda caso tutte queste cose hanno a che fare con i nachos.
I nachos (o tortilla chips) dell’Esselunga ( 1,19 € per 200 grammi – 5,95 € / Kg) vengono prodotti nello stesso stabilimento dei nachos (o tortilla chips) di quel brand che è riuscito ad aver come testimonial, sia Santa Maria Teresa Ruta e la sua Bibbia sulla spiaggia dell’Isola dei Famosi, che Rocco Siffredi e la sua arte di sputare nel c… , ovvero Amica Chips (3,39 € per 450 grammi – 7,53 € / Kg). Tutto questo… in un mondo di nachos che possono arrivare a costare fino a 16€ al chilo.
Comprendo che pagare Maria Teresa Ruta (tiene famiglia) e Rocco Siffredi, comporti dei costi notevoli, ma non è che magari quella parola, quella definizione… “amica” è un po’ come aggiungere la parola “super” ad “eroe”. In fin dei conti ci basta solo un mantello colorato ed una calzamaglia attillata per ammantare tutto di un non so che di eroico e magico. Qualcosa per cui siamo disposti a pagare un sovrapprezzo a discapito dell’oggettività. Perché un assassino è uno schifoso assassino, fino a quando non indossa una divisa?
Piuttosto anzichenò se vogliamo esagerare, facciamolo con arroganza e rivendicazione. Ecco allora che bisogna correre (o volare) alla Lidl e comprare i veri nachos adatti ai veri eroi… che siano essi mini o super, fottesega.
Anche perché, se dobbiamo pagare un sovrapprezzo per un inutile mantellino semantico, allora preferisco farlo per una simpatica vaschetta di DIP, ovvero condimento. In due declinazioni… quella al formaggio e quella peperonosa piccante. Da scaldare nel microonde e gustare, guardando tutti gli episodi di Misfits. Ma per favore guardatelo in lingua orginale!
Guardare Misfits doppiato è un po’ come decontestualizzare una luchadora o un lottatore di sumo dal loro naturale habitat. Ricordate? Se un brianzolo dà del “lotattore di sumo” ad un vicentino, dubito fortemente che gli stia facendo un complimento.
Fermo restando che i nachos di superman sono un po’ pochini per il loro costo (intorno ai 2 €), e che trattasi di una delle tante robe che trovi una volta sì e una no (come un supereroe che non riesce a controllare i propri poteri), il mio consiglio è quello di affidarsi comunque alla Lidl, ma di scegliere i nachos (o tortilla chips) El Tequito. Di cui avevamo già parlato qui.
Picadora Tortillas San Carlo Vs. El Tequito
Nachos! Con le simpatiche patatine al mais a forma di triangolo -che di solito si accompagnano ad una salsa muy pccante ai peperoni (chi frequenta Domenica Uncut, sa bene di cosa parlo)-, si arriva pure al pareggio per quanto riguarda il test organilettico, ma ad un trionfo se si guarda al portafoglio. Sebbene la maggioranza dei consumatori, accorsi al banchetto D.O.D, tendesse a preferire i nachos El Tequito (1,19 € x 300g / Lidl), generalmente però indicava nell’equivalente fichetto (San Carlo 1,64 € x 180 g / Tigros) il prodotto più costoso. Solita storia… colori più belli, forme più regolari, tenuta maggiore… generalmente il low-cost tende ad essere più friabile-sbrisolone rispetto al brand! Ma forse è dovuto allo scazzo (politico) dei dipendenti. Quando, per esempio, vedo al Penny Market una cassiera che tra un cliente ed un altro, si trasforma in mulettista, che poi si trasforma in scaffalista (?), ecco… dico: è per questo che i nachos del discount sono più sbriciolati di quelli del supermeracato. Ma dopotutto, se è di Messico che abbiamo voglia, quando compriamo dei nachos, è bene tenere sempre a mente che non vi è acquisto sin dolore (de nosotros y del pueblo!).
BRAND Vs. LOW-COST = 1 – 1
I nachos (o tortilla chips) El Tequito li potete trovare nella versione salata, piccante o formaggiosa. Questi ultimi fanno resuscitare i morti giusto il tempo per farli sboccare. Ma si sa… è una questione di gusti. In ogni caso, comunque vada, siate eroici. Tutti. A modo vostro.
Soprattutto quanto intingete i vostri nachos nella salsa Rattoscimmia Slash Dementia. Ecco la ricetta:
Prendete peperoni, peperoncino (anche in questo caso ci vengono incontro gli amici teutonici della Lidl con i jalapaneo a rondelle El Tequito o i peperoncini tritati calabri ad 1,49€ a confezione uber piccantissimi). Prendete cipolla, aglio, porri, salsa di pomodoro e fate andare tutto insieme. A mio avviso in un tegame di coccio viene tutto meglio, però vabbé… se non ce l’avete mica vi dovete sentire inadeguati. Quando tutto comincia ad assomigliare a del magma covato direttamente al centro della terra, passate tutto, aggiungete aceto bianco e aspettate che si raffreddi per correggerlo di piccantezza sale e cose.
Aprirei un capitolo a parte per la salsa guacamole. Perché… santiddio, il guacamole è davvero così buono che mi vien da piangere, però non posso spendere più di un euro per ogni singolo avocado. Sarebbe sbagliatissimo (e antieroico) da ogni punto di vista. Sia dal punto di vista della filosofia di Discount Or Die, sia per tutta una questione un po’ più complessa legata a concetti dell’ordine di biodiversità, chilometro zero, inquianamento, Ogm ecc. ecc.
Dedico questa recensione ad un eroe dei nostri giorni. Quel mio amico che una volta si è incaricato di rubare tutti gli avocado possibili, da più supermercati della provincia, per preparare una notevole quantità di salsa guacamole per tutti. O forse era seitan… non me lo ricordo. Ricordo però che era stato bellissimo. Rubare ai supermercati prodotti come seitan e avocado… che cosa poetica!