LA TRILOGIA DELLA VALIS / 1: Generi di prima necessità
I più perspicaci di voi avranno notato che già da parecchi mesi ormai ha fatto la sua comparsa sugli scaffali dell’Iper (Sarebbe più appropriato dire sotto gli scaffali, molto spesso è a quell’altezza che gli affezionati di DOD cercano i loro tesori) la linea economica di prodotti della Valis.
E niente è più stato uguale, soprattutto per gli appassionati di fantascienza: un brivido che Fidel, Primia e Moneta-che-ride non riescono di certo a dare! Da non trascurare neppure il potenziale pop art che una tale confezione solo apparentemente spartana può esprimere. Esponete orgogliosamente i prodotti Valis in bella vista nelle vostre case!
Tuttavia, se non siete intenzionati ad usare questi prodotti solo come oggetto di arredamento ma meditate di mangiarli veramente vi consiglio di acquistarli 1) Se siete particolarmente sicuri di voi stessi e della vostra cucina e pensate di poter ricavare manicaretti niente male da materie prime diciamolo pure senza falsi pudori scrause 2) Se i morsi della fame non vi danno tregua e l’appetito vi molesta 3) Se scollettando fra amici riuscite a racimolare solo euro 2,46.
Nel primo episodio di questa saga ci concentreremo su alcuni beni di prima necessità scelti a campione fra le offerte quanto mai eclettiche di questa ditta: fagioli borlotti, tortiglioni, riso thai parboiled e polpa di pomodoro.
Inizieremo i test con il Classico: la pasta al pomodoro.
Pasta promossa con un corso di recupero in cottura: se seguite alla lettera le istruzioni sulla confezione (12 minuti ) la pasta rimane un po’ scotta e si aprirà in fastidiose sezioni verticali che ne pregiudicano il godimento. Vi basterà diminuire di uno o due minuti il tempo di cottura per ottenere una pietanza che renderà i vostri antenati orgogliosi di voi. Devo dire che ho saturato talmente il sugo di peperoncino che le proprietà organolettiche della polpa sono passate in secondo piano (Una cosa che comunque consiglio), il pomodoro comunque tende a rimanere piuttosto acquoso e i 25 minuti che considero standard per il sugo non sono sufficienti. Vi basterà cuocere a fuoco lento per qualche minuto in più oppure farci saltare la pasta per gli ultimi minuti di cottura e l’acqua in eccesso verrà assorbita come d’incanto . Non posso garantire che sia tutta natura ma si lascia mangiare. Tutto à bene quel che finisce bene.
Il secondo test verrà effettuato preparando un piatto unico attenuto mescolando la tradizione del sud est asiatico e il grande cinema di Bud Spencer e Terence Hill.
Questo tipo di riso è indicato solo per alcuni usi, fritto col curry per dire spacca, accorciando un po’ il tempo di cottura i chicchi restano belli separati e non si sfarinano (Quindi il vero problema della Valis sono i compilatori delle confezioni).
I fagiuioli sono un po’ troppo papposi per i miei gusti, ma credo si tratti di una caratteristica comune ai legumi in barattolo, se volete salvaguardarli cuoceteli per pochi minuti o buttateli dentro a fine cottura. Tuttavia sconsigliarli mi sembra eccessivo.
Nel complesso questi prodotti si posizionano inaspettatamente ben sopra la linea del decoro: cinque stelle al riso tre abbondanti a tutto il resto.
P.S. Mi sono permesso anche di provare l’aceto Valis che qualcuno aveva introdotto in casa a mia insaputa. Il mio giudizio può essere sfalsato dal momento che non amo l’aceto di vino e gli preferisco quello di mele o quello balsamico (Alla faccia del low budget), ma c’è da dire che nell’insalata ne ho messa una quantità che credevo ragionevole eppure tutte le cautele sono state vane: l’aceto Valis ti lascia sul pavimento a boccheggiare con le mani alla gola. Non ho idea se l’acidità nell’aceto sia una prova della qualità o viceversa, comunque andateci cauti. Consigliato solo agli amanti del genere (Ma non tutto è perduto, io lo uso per lavare il pavimento ed è UNA BOMBA).